PAOLO GAROFALO SU VICENDA CRISAFULLI

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Arieccoli. Puntuali come orologi svizzeri, regolari come chi ha ingurgitato quintali di Biochessina, ridondanti come nel miglior stile rococò, anticipati, come sempre dal boato del “Fatto Quotidiano”, a sua volta anticipato dai volantini del Sig. Arnone da Agrigento, a ridosso di ogni competizione elettorale arriva l’inquisizione dei parlamentari PD Roberto Della Seta e Francesco Ferrante nei confronti del Senatore Crisafulli, anch’esso appartenente al PD. Chi sono gli attori in campo e quale argomento si contende nelle pagine dei giornali dovrebbe essere cosa nota a tutti ma, nell’eventualità che qualcuno si sia distratto, provo un succinto riassunto. Vladimiro Crisafulli, parlamentare ennese del PD, dieci anni fa veniva indagato dalla Procura antimafia di Caltanissetta che, dopo le indagini di rito, disponeva l’archiviazione del caso. Successivamente il Sen. Crisafulli viene intercettato come terzo durante delle indagini che non lo riguardano, al punto che non ha ricevuto nessun avviso di garanzia né alcuna archiviazione, semplicemente perché non risultava indagato nel procedimento di altri soggetti. Comunque, pur partendo l’indagine dalla Dia di Caltanissetta il fascicolo viene trasferito alla Procura di Enna, proprio perché non si riscontrava nessun elemento di mafiosità e, infine, pure da questa Procura la vicenda, dopo anni di indagine, viene archiviata. Per altri, non per il senatore Crisafulli che era completamente estraneo anche all’indagine. Infine, sulla realizzazione di una strada provinciale che passa anche vicino l’abitazione del Senatore Crisafulli, questi risulta indagato dalla Procura di Enna e il procedimento è ancora in corso.
Quindi, stiamo parlando di un uomo che non è mai stato condannato e che in una delle tre fattispecie evidenziate dal Fatto Quotidiano, non era neanche indagato.
Relativamente alla bitumazione della strada provinciale il procedimento giudiziario è ancora in corso e, tranne che anche il secondo comma dell’art. 27 della Costituzione della Repubblica Italiana non dia fastidio a chi dell’art. 21 della stessa Costituzione ne trae la giusta possibilità di esprimere la propria opinione, allora il Sen. Vladimiro Crisafulli, parlamentare e dirigente del PD di Bersani è assolutamente innocente.
Certo, si può porre una questione etica alla vicenda. Condivido. Quindi poniamola.
Roberto Della Seta e Francesco Ferrante sperano che la Commissione Nazionale di Garanzia del PD tolga il partito dall’imbarazzo. Perché i due sono imbarazzati? Perché Crisafulli va in lista? O perché ci va uno che non è stato neanche indagato per un reato che, per decisione della Procura antimafia prima e di quella ennese poi il reato non c’era neanche? O perché va in lista col PD un Senatore della Repubblica che dopo serie indagini riceve l’archiviazione proposta dagli stessi indagatori?
Poniamo quindi la vicenda etica. E’ deontologicamente corretto per un giornale e per due senatori accanirsi regolarmente, ad ogni competizione elettorale, contro un Deputato eletto in un territorio solo perché loro stessi, dall’alto dell’infallibilità del loro lume intellettuale, hanno deciso che quell’uomo provoca “imbarazzo”?
Come a dire: noi siamo la verità, il resto è menzogna, propaganda, pressapochezza, incapacità di giudizio.
Come a dire alla Divisione Investigativa Antimafia che ha condotto le indagini, alla Procura Distrettuale Antimafia di Caltanissetta, alla Procura della Repubblica di Enna, ai loro procuratori, ai sostituti, ai giudici per le indagini preliminari che non sanno fare il loro mestiere.
Come dire al Comitato Nazionale di Garanzia del PD, presieduto da Luigi Berlinguer che non fa bene il proprio lavoro, perché nei “paletti” posti per le candidature non ha previsto anche i desiderata dei depositari della verità.
Come a dire che il Segretario Regionale del PD Giuseppe Lupo non conosce cose e fatti della sua Sicilia.
Come a dire alle migliaia di cittadini che votano per il PD e per Crisafulli che non capiscono nulla e soprattutto che sono degli stupidi a non riconoscere la voce del Messia nei parlamentari Della Seta e Ferrante.
Posto che il termine “campagna elettorale” discerne da quello ben più triste di “campagna di guerra”, non è sufficiente a giustificare i reiterati tentativi di aggressione che questo territorio, prima ancora che il Senatore Crisafulli, debbano ricevere dai soliti noti.  
Non foss’altro perché questa provincia, per quanto piccola, ha saputo dimostrare maturità e intelligenza politica. Ad Enna per la prima volta compare il simbolo del Fronte Popolare nel 1946, in Sicilia nel 1947 e in Italia nel 1948; ancora ad Enna nasce il primo CentroSinistra, poi in Sicilia e quindi in Italia negli anni sessanta; sempre ad Enna nascono i Ds come laboratorio voluto dal Comitato Nazionale del PDS un anno prima che i Democratici di Sinistra diventino patrimonio nazionale; e sempre ad Enna nasce l’Ulivo, come l’unione di provenienti dal Pci, dal Psi, dai partiti laici e dall’area di sinistra della Dc, prima ancora che nel resto del territorio nazionale.
E volete che gli ennesi non sappiano se Crisafulli merita la candidatura e il consenso dei cittadini o semplicemente dei militanti del PD?
Davvero Il Fatto Quotidiano crede di essere il detentore della verità? C’era un giornale che si ispirava a questa credenza, si chiamava Pravda, per l’appunto “Verità” e veniva distribuito in Unione Sovietica, quella stessa URSS che aveva Costituzione e leggi ben diverse da quelle italiane. Ad esempio, l’art. 58 del codice penale sovietico, disponeva di 14 punti molto labili e articolati che facevano rientrare nella fattispecie di “azione controrivoluzionaria” molte azioni della vita quotidiana dei russi che potevano facilmente essere sottoposti all’arresto, alla deportazione nei gulag e alla fucilazione. Un modo di eliminare gli imbarazzi? Meglio la dolce Euchessina… o no?
Certo altri imbarazzi si potrebbero non creare, almeno al popolo di sinistra; ad esempio non facendo di tutto per regalare qualche punto percentuale a Berlusconi in occasione dell’incontro televisivo dell’anno. Ma al peggio non c’è fine e la campagna elettorale è ancora lunga.
A questo punto mi tocca scusarmi con i due parlamentari Della Seta e Ferrante per non poterli meglio valorizzare nella discussione, ma di loro non so granché, tranne che si etichettano come “sognatori” speranzosi “che alla fine il  buon senso prevalga” (La Sicilia 12 gennaio 2013, pag.5) e che fanno la loro comparsa, nel senso più pieno, in prossimità di ogni elezione.
Sarò distratto, ma non mi risulta che si siano mai occupati o preoccupati del territorio ennese. Mi sarebbe piaciuto saperli amici o nemici di questa terra, di questa gente che ad ogni competizione elettorale deve sperare di essere rappresentata per non essere dimenticata, o peggio colonizzata e depredata. Mi piacerebbe averli avuti con noi in più occasioni, al limite anche contro, ma averli potuti conoscere, avere una immagine, conoscerne l’altezza, il colore dei capelli, degli occhi, magari carpirne un’idea, conoscerne un pensiero diverso dalla solita solfa. E invece niente, nessuna immagine. Niente di niente. Tranne la comparsa ad orologio svizzero.
Posso provare a rimediare invitandoli ad Enna, in questa piccola città dell’entroterra siciliano che mi onora nel farsi rappresentare da due anni e mezzo. Sarebbe l’occasione per conoscerci, confrontarci, trovare punti comuni e pensieri diversi; e soprattutto sarebbe l’occasione per rivalutare l’intelligenza di migliaia di ennesi che hanno votato e voteranno PD e Crisafulli. Magari, se il buon senso non lo impedisce, per  chiedere scusa al gruppo dirigente del Partito, agli iscritti e agli elettori etichettati, seppur di rimbalzo e nella migliore delle ipotesi, per degli sciocchi.
Anch’io voglio sperare che il buon senso prevalga.
Che Bersani vinca le elezioni e governi al meglio il disastro nel quale Berlusconi ha consegnato l’Italia; che questo territorio abbia la propria rappresentanza legittima e legittimata con Mirello Crisafulli alla camera dei Deputati; che questo dia forza al Governo della Regione Siciliana e al Presidente Crocetta; che ognuno impegni ogni energia per raggiungere questi risultati e consenta agli italiani, ai siciliani ed anche agli ennesi di vivere meglio, anche se tutta l’Italia dovrà privarsi del lavoro e dell’esperienza di Della Seta e Ferrante, visto che non sono più stati candidati dal Partito Democratico.
Tranne che tutto questo non voglia rappresentare il casus belli per approdare a nuovi porti?

Paolo Garofalo
Componente la Direzione Regionale del PD e Sindaco di Enna.

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