“Credo che sulla vicenda dei lavoratori della ex azienda municipalizzata del Comune di Enna le Istituzioni locali a vario titolo coinvolte hanno preso un granchio. Il percorso utilizzato dal Comune di Enna e dall’ATO idrico non mi sembra affatto corretto. Bisogna infatti ricordare che, secondo quanto previsto dalle leggi di settore, al trasferimento delle competenze in materia di risorse idriche dai Comuni alle istituite autorità d’ambito dovevano obbligatoriamente seguire sia le risorse finanziarie che quelle umane. Il fatto che il percorso si sia inceppato per la mancata adozione di un atto di competenza regionale, che doveva decretare il passaggio definitivo delle risorse umane in capo all’autorità d’ambito, non fa venire meno il diritto dei lavoratori di essere trasferito presso la medesima ATO. In pratica, la P.A. (in senso lato) non può fare ricadere sui lavoratori le conseguenze negative dei suoi errori, con ciò ledendo fondamentali diritti soggettivi quali sono i diritti alla conservazione del posto di lavoro, peraltro, nella fattispecie, conquistato a seguito di regolare pubblica procedura concorsuale. Né può essere eccepita la dubbia natura giuridica della ex azienda municipalizzata, atteso che l’avvenuto reclutamento dei lavoratori in questione mediante concorso pubblico giustifica, in uno alla prospettata reinternalizzazione del servizio prevista dalla nuova legge regionale, il riassorbimento dei medesimi lavoratori presso gli organici del Comune. Sull’argomento, si registrano numerose pronunce della Corte dei Conti a tutela di siffatta tipologia di livelli occupazionali. Mi riservo di ponderare meglio la questione e di suggerire ai lavoratori il percorso, anche giudiziario, più idoneo per far valere le proprie ragioni”.
Massimo Greco – Presidente del Consiglio Provinciale