Altro grande fallimento per il Governo Crocetta che ancora una volta dimostra apertamente di non avere a cuore il futuro della propria Regione e in particolar modo il futuro viario del centro Sicilia che sempre di più rischia il completo insolamento a causa di una viabilità stradale da terzo mondo. Secondo le ultime notizie infatti è stato abbandonato il progetto iniziale sui lotti C1, C2 e C3, il cui costo si aggirava sul miliardo e 300 milioni di euro, di cui 600 milioni solo per il lotto C1. Eppure questo tratto di strada che ammonta a circa 28 km di strada sarebbero fondamentali per una rinascita economica del territorio della Provincia di Enna e in particolar modo della zona nord che continua a rimanere isolata ed a vivere forti disagi. Il collegamento tra Nicosia allo svincolo autostradale di Mulinello sulla Palermo – Catania continua quindi a rimanere una chimera per gli abitanti dei Nebrodi che continuano a pagare l’inaccettabile ritardo di una classe dirigente incapace di promuovere il proprio territorio. A nulla quindi è servita la presenza dell’Onorevole Mario Alloro unico deputato ad avere partecipato ma che comunque non è stata in grado di difendere in seno al parlamento siciliano dei fondi che erano stati stanziati dal governo alla regione proprio per finanziare questo tratto di strada e che oggi ancora una volta la regione specula su altre voci scippando al territorio ulteriori denari. Ad essere presenti fra gli altri i dirigenti dell’Anas e dell’Assessorato alle Infrastrutture (il dirigente generale Fulvio Bellomo e l’assessore regionale Luigi Bosco), il sindaco di Assoro Giuseppe Bertini, il sindaco di Leonforte Francesco Sinatra, assente invece il Sindaco di Nicosia che ha delegato l’assessore Nando Zappia. Nell’accordo quadro del 3 Agosto si è deciso di effettuare studi e progetti per la manutenzione del tratto esistente che da Nicosia conduce a Leonforte, abbandonando il progetto iniziale ritenuto troppo oneroso (i costi previsti erano saliti a circa 900 milioni di euro). Vengono di fatto annullate le autorizzazione previste tra il 2007 ed il 2012 per il progetto esecutivo, con un costo per chilometro di 32 milioni di euro a causa del contesto geologico ritenuto problematico. La Nord Sud continua a rimanere quindi una delle più grandi opere pubbliche incompiute nella Regione Siciliana. Cosa molto più grave che un incontro così importante per il territorio viene fatto a ridosso di ferragosto, al fine di far percepire il meno possibile questo ulteriore scippo all’opinione pubblica. Anche i giornali regionali hanno parlato pochissimo di questa importantissima notizia. Ma forse dobbiamo semplicemtne pensare che tenere questa regione senza strada senza ferrovie ad alta velocità sia semplicemtne un progetto politico per tenere questa terra sempre agli ultimi posti sul panorama internazionale e far si che ancora numerosi siciliani lascino la loro amara terra per andare altrove in cerca di fortuna, quando invece basterebbe realmente pochissimo per far ripartire l’economia locale e creare nuovi posti di lavoro anche nell’edilizia. Ma una domanda nasce spontanea, la prossima amministrazione regionale sarà in grado di portare a termine la realizzazione di questa importante opera? noi di sicuro non possiamo dare nessuna risposta ma quelo che è certo che questo territorio ormai da decenni continua ad essere scippato di risorse e ne esce sempre più impoverito e fragile. Sostanzialmente nessuna novità rilevante è uscita dal tavolo tecnico rispetto a quanto stabilito il 4 aprile 2017 con una delibera della giunta regionale firmata dal presidente Rosario Crocetta, con la quale si era dato vita all’Accordo di Programma Quadro Rafforzato (APQ), ovvero una serie di interventi sulla rete viaria siciliana che vedevano coinvolti oltre alla Regione Siciliana, anche l’Anas gestore delle rete viaria, il Ministero delle Infrastrutture e trasporti e l’Agenzia per la coesione territoriale. In questo accordo del 4 Aprile 2017 si prevedevano una serie di interventi ma si individuavano poco più di 480 milioni di euro per i lotti c1, c2, c3 che erano già stati finanziati.
Mario Barbarino