La disoccupazione nell’anno 2016 in provincia di Enna era scesa dello 0,7, portandosi intorno al 21,6 per cento e pare che nel corso dei primi 8 mesi del 2017 la stessa si sia assestata intorno al 20 %. Il dato più significativo
è da ricercare nel terziario dove si contano 33 mila occupati grazie all’apertura di nuove attività commerciali, rispetto ai 30 mila del 2016. Un incremento discreto che fa pensare come le tante iniziative in corso di concretizzazione possano migliorare la situazione socio-economica del territorio. Tra le attività economiche che hanno negli ultimi anni portato lavoro nel centro sicilia, di sicuro la nascita di un centro commerciale che se da una parte offre lavoro precario, dall’altra permette a molti giovani di poter guadagnare restando nel proprio territorio. Oggi come non mai compito della politica è quello di dotarsi prima di tutto di un osservatorio provinciale sul lavoro, al fine di comprendere, studiare ed affrontare meglio le dinamiche economiche ed occupazionali presenti sul territorio. Nei primi mesi di quest’anno il Centro Studi di Unioncamere ha anticipato alcuni dati per verificare il “trend economico”di tutto il paese, con una valutazione ottimistica per la Sicilia, alla quale veniva attribuita una crescita pari all’1 per cento per il 2015, ma successivamente per il 2016 la crescita in Sicilia veniva stimata pari allo 0 %. Per quanto riguarda la provincia ennese per il 2016 la disoccupazione era del 21,6 per cento con una riduzione dello 0,7 rispetto al 2015, ma in fase di decremento per il 2017. I settore penalizzati, comunque, sono l’agricoltura a causa delle condizioni atmosferiche avverse, mentre nel terziario la situazione è ottimale con un incremento di 3 mila occupati in più. Una crescita positiva che, comunque, spesso non corrisponde all’effettivo incremento di posti di lavoro tradizionali. “Oggi sono tantissimi i contratti a progetto, frutto della legge 30, che non possono essere definiti veri posti di lavoro. Questi contratti a progetto come ormai ben noto non danno tutte quelle garanzie e soprattutto quella serenità di cui ogni lavoratore ha bisogno. A questo bisogna aggiungere un dissesto produttivo ed industriale, che sta colpendo molto pesantemente il nostro territorio. Mancano inoltre adeguate infrastrutture materiali ed immateriali, ed una politica strategica. Sono ormai molti i giovani che non credono più nel progettare la ricostruzione e la rinascita civile partendo dalla centralità del lavoro.
Mario Barbarino
Lunedì 14 Agosto 2017