Scavo archeologico: Rossomanno, Montagna di Marzo, Morgantina, solo alcuni dei siti ricadenti nel Libero Consorzio di Enna

Il territorio ennese, risulta essere ancora oggi tra i luoghi maggiormente trafugati a livello regionale. E’dai primi anni del novecento, a seguito dei primi ritrovamenti archeologici che la Provincia di Enna, è apparsa da subito

come uno dei territori particolarmente ricco di numerosi reperti archeologici. Rossomanno, Montagna di Marzo, Morgantina, Villa Romana del Casale, sono solamente alcuni dei siti maggiormente conosciuti sul territorio, dove sono venuti alla luce numerosi reperti di singolare bellezza come anfore utensili in argento e busti di pietra dall’alto valore artistico e culturale.
Ben presto però questi luoghi sono stati attenzionati non solo dagli studiosi del settore giunti anche da oltre oceano per poter studiare da vicino questi luoghi d’incomparabile bellezza, ma anche da diversi individui che hanno cominciato a praticare nel corso degli anni lo scavo clandestino spinti da diversi motivi di carattere culturale, economico o da semplice curiosità personale.
E’ stato dopo i primi ritrovamenti di Morgantina che lo scavo clandestino è divenuto una vera e propria attività economica, raggiungendo i suoi punti di massima negli anni 80-90. In quel periodo sono stati numerosi i ritrovamenti trafugati e venduti all’estero tra questi vi è anche la Venere di Morgantina venduta in passato al Paul Getty Museum di Malibu e per cui ancora oggi si attende il ritorno presso il Museo del Comune di Aidone. Fra gli altri incomparabili reperti ritrovati sul territorio si annoverano anche numerosi acroliti (teste di marmo) e diversi argenti prevalentemente di origine greca.  Dall’ 1 Agosto 2006, il territorio provinciale dispone anche di un Nucleo tutela Patrimonio Archeologico, attivato dalla Guardia Forestale. L’obiettivo, che si prefigge il comparto è quello di monitorare sfruttando a pieno la posizione baricentrica del capoluogo ennese, l’intero territorio provinciale, ma anche il versante orientale della regione. Il settore, svolge principalmente attività di monitoraggio e repressione dei reati riguardanti il vasto patrimonio archeologico presente sul territorio. In particolar modo si occupa del contrasto allo scavo clandestino e dei furti d’arte.  Nell’arco di questi primi sedici mesi, sono state avviate diverse collaborazioni con vari organismi ed istituzioni presenti sul territorio, quali le sovrintendenze, l’assessorato ai beni culturali, il nucleo tutela patrimonio culturale dell’arma dei carabinieri.
Diverse sono state anche le persone anche nel recente passato denunciate per scavo clandestino nelle zone maggiormente a rischio come Rossomanno, Morgantina e Montagna di marzo. Mentre i ritrovamenti sono stati sottoposti a sequestro e  affidati alla Sovrintendenza di Enna.

Mario Barbarino

Lunesì 14 Agosto 2017

 

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