Si terrà nei giorni 13 e 14 settembre la storica festa di Papardura, che come ogni anno, attira centinaia di fedeli che nel segno della tradizione e della fede, si recano presso il Santuario,
per celebrare una delle feste più antiche e suggestive della zona. Una ricorrenza voluta dai numerosi agricoltori e pastori che anticamente abitavano l’area, dove secondo la trazione popolare, i fedeli videro l’immagine miracolosa del Cristo impressa sulla roccia, e decisero di edificare un Santuario dedicato proprio all’icona miracolosa, ancora oggi visibile presso la nicchia della chiesa arroccata e ricca di grotte,in una delle quali viene custodita una statua del Cristo adagiato su una base di marmo. Il rito inizia dopo la festa della Madonna di Valverde con la raccolta delle offerte che avviene per tre giorni con i muli addobbati a festa
La Chiesa dall’esterno si caratterizza per la presenza di un rosone al centro della facciata, mentre all’interno la sua ricchezza decorativa si evidenzia soprattutto nel tetto a cassettoni, che viene considerato dagli studiosi una delle massime espressioni artistiche espressione del barocco nella Sicilia centrale.La chiesa costruita ad una sola navata viene arricchita lateralmente dalla presenza delle dodici statue degli Apostoli, numerose tele e affreschi del Borremans, conosciuto pittore fiammingo, che nell’entroterra siciliano ha lasciato diversi dipinti. Già dal primo settembre i “massari” ovvero i contadini che da sempre si prendono cura del santuario effettuano il giro della città per la raccolta delle offerte e la tradizionale distribuzione dei “santini”, con a seguito ciaramelle o pipite ed alcuni muli addobbati a festa. Mentre nei giorni scorsi sono state preparate dalle massaie della zona, le “cudduredde” un classico impasto di acqua e farina, cotto al forno e distribuito ai fedeli. Per l’occasione tre diverse generazioni (Mamme, nonne, nipotini) si danno appuntamento per la celebrazione di un rito in onore della festa del Santissimo Crocifisso che si terrà il 13 e il 14 settembre. In questa occasione gli uomini aiutano a spezzare l’impasto, le donne lo sfilano e danno forma, i bambini fanno da spola con i vassoi, dai tavoli alle auto. Poi, si viaggia verso i forni di alcuni panificatori che gratuitamente mettono a disposizione i loro laboratori per la cottura delle “cudduredde”. Sembra quasi di tornare indietro nel tempo almeno di mezzo secolo a vedere 130 devoti racchiusi dentro una stanza scavata sulla roccia a cantare canzoni di fede ed a lavorare senza sosta l’impasto. Un rito molto sentito nelle famiglie dei massari che tutti insieme proprio come un secolo fa, lavorano dalla mattina al tardo pomeriggio con passione e grande dedizione per amalgamare, sfilare e decorare 750 kg d’impasto. La preparazione della cudduredda secondo un anziana donna della confraternita viene realizzata facendo un cerchio sul’impasto per poi ripiegarlo su se stesso al fine di creare tre buchi. Passaggio successivo è la fissatura di questi tre cerchi con dei bastoncino di legno che incidono dei punti di adiacenza. Tutto servirà per i giorni di festa, quando all’arrivo dei pellegrini, i “cuddureddi” verranno offerti. I riti religiosi si concludono mercoledi’ 14 settembre sul calvario, dal latino Calvaria che significa “luogo del cranio”. Ovvero la collinetta appena fuori Gerusalemmen su cui salì Gesù per esservi crocifisso. Come da tradizione,nel Calvario di Papardura, in ricordo della vita di Gesù Cristo, viene effettuata la benedizione con la reliquia della Spina Santa.
Mario Barbarino
Giovedì 17 Agosto 2017