Federconsumatori Sicilia ribadisce la propria preoccupazione sulla grave situazione in cui versa il Sistema Idrico Integrato siciliano. Ai già non buoni dati rilevati dalla XV Indagine Nazionale sulle Tariffe 2016 del Servizio Idrico Integrato, infatti, si aggiungono ora quelli diffusi da ISSCON riguardanti i costi aggiuntivi (cioè nascosti) derivanti dai disservizi.
Dove l’acqua non arriva con sufficiente pressione a causa delle numerose perdite di rete, ad esempio, alle normali bollette di acqua e fognature si devono aggiungere i costi di impianto per acquistare e installare serbatoi, pompe, pressostati e quelli di gestione derivanti dalla spesa per l’energia elettrica necessaria a far funzionare tali impianti. L’indagine di ISSCON su questi costi prende proprio la Sicilia come esempio di quanto possano crescere le “bollette reali” se aggiungiamo queste spese. L’Istituto stima in circa 1.100 euro i costi di impianto (che, ammortizzati in 25 anni, diventano 44 euro annui) e in 92 euro annui (per 150 metri cubi, famiglia standard di tre persone) i costi per i maggiori consumi elettrici.
Aggiungendo queste cifre alle spese sostenute dai cittadini siciliani per pagare il Servizio Idrico Integrato l’esborso totale cresce notevolmente:
CITTA’ BOLLETTA ACQUA COSTO IMPIANTO RINCARO BOLLETTA LUCE TOTALE DIFFERENZA
AGRIGENTO 330 44 92 466 +41%
CALTANISSETTA 392 44 92 528 +34%
CATANIA 147 44 92 283 +92%
ENNA 450 44 92 586 +30%
MESSINA 220 44 92 356 +61%
PALERMO 225 44 92 361 +60%
RAGUSA 306 44 92 442 +44%
SIRACUSA 201 44 92 337 +67%
TRAPANI 253 44 92 389 +53%
Come si può facilmente vedere, i rincari ammontano al 67% a Siracusa e, addirittura, al 92% a Catania.
“A questi rincari – spiega il Presidente di Federconsumatori Sicilia, Alfio La Rosa – si devono aggiungere i disservizi: secondo gli ultimi dati nazionali disponibili dell’Istat, nel 2014, tre famiglie siciliane su 10 hanno lamentato disservizi nella distribuzione dell’acqua; sui 256 giorni nazionali di riduzione o sospensione del servizio su un territorio comunale, ben 245 si sono verificati in Sicilia; sui 1.033 giorni di riduzione o sospensione su parte del territorio comunale, sono 318 quelli siciliani (quasi il 40% del totale)”.