RISCHIO DISASTRO PER LA PROVINCIA DI ENNA, NECESSARIA UNA REAZIONE

Lillo Colaleo, Coordinatore di Articolo Uno per la Provincia di Enna aderente al gruppo Nazionale “Liberi ed Uguali” esprime il proprio pensiero sulle condizioni economiche della nostra Provincia: “La Regione, in sede di commissione di bilancio, ha decretato la fine, sotto il punto di vista finanziario, delle province regionali. Infatti, nel silenzio più totale del Governo regionale, solo 4 milioni di euro, pari al 20% del fondo di salvaguardia degli enti locali, andranno in favore degli enti provinciali, ridotti da tempo alla fame a causa di insane ed infauste riforme passate. Di questi, 2 andranno obbligatoriamente a quella di Siracusa e gli altri 2 andranno ripartiti tra le altre province in base alla popolazione. Per Enna, in pratica, un disastro e l’anticamera del fallimento: preoccupazioni in più per i dipendenti provinciali e per le loro famiglie ed un aumento terrificante dei disservizi che fanno capo all’ente provinciale e che inevitabilmente ricadranno sulla testa dei cittadini dell’ennese. Una settimana fa avevamo lanciato un invito pubblico: incontriamoci tutte le forze costituzionali in questo territorio per organizzarci e promuovere una resistenza civile e politica in ottemperanza all’appello dell’ANPI nazionale. In tanti avete risposto in maniera positiva dimostrando che, al di là degli schieramenti, c’è un’area vasta che condivide gli stessi sentimenti e le stesse preoccupazioni politiche sul momento che stiamo attraversando. Continueremo per questo in questa direzione: ci muoveremo sicuramente, organizzando prossimamente una grande assemblea provinciale. Ma dinnanzi alle notizie che ci giungono dalla Regione è necessario fare di più: uniamoci per questo territorio. Le famiglie di questa provincia meritano molto più di questa mortificazione, meritano molto più dell’abbandono, meritano molto più della povertà ed insignificanza come condizione esistenziale di vita. Meritano un’esistenza libera e dignitosa. Emigrare non può essere l’unica soluzione, bisogna lottare e bisogna farlo tutti insieme. L’assemblea dobbiamo farla pure per questo: da una parte per organizzare la resistenza di una cultura che risulti ancorata ai valori costituzionali, dall’altra lottare per un’esistenza libera e dignitosa per le nostre comunità. Civiltà e persone. Abbiamo un territorio, in cui siamo nati e cresciuti. Difendiamolo”.

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