Continua l’impegno del sindacato al fianco del Corpo di Polizia Penitenziaria, ecco di seguito il pensiero di Aldo Di Giacomo segretario Nazionale “S.PP” sui recenti arresti: “Con l’arresto di fiancheggiatori del boss superlatitante Matteo Messina Denaro, che fa seguito a quello di Settimino Mineo, considerato il nuovo capo di Cosa nostra, cresce il numero di mafiosi in carcere diventato, paradossalmente, il posto più sicuro per impartire ordini a mandamenti e famiglie”. A segnalarlo è il segretario generale del S.PP. (Sindacato Polizia Penitenziaria) Aldo Di Giacomo per il quale “l’Amministrazione Penitenziaria sta sottovalutando due aspetti: il rischio che la nuova cupola sia decisa dietro le sbarre dai capi mafia che dispongono di strumenti e mezzi che scavalcano le sbarre, come dimostrano telefoni cellulari e “pizzini” quasi ogni giorni sequestrati anche nelle carceri persino in quelle dove si applica il 41 bis; l’alto carico di lavoro per il personale di polizia penitenziaria su cui si scarica il problema del controllo della mafia semplicemente trasferito dalle città agli istituti di pena”. Per Di Giacomo: “i nuovi arresti prefigurano una scelta che noi come S.PP. abbiamo prefigurato da qualche tempo: in attesa che gli uomini capo-mafia decidano i nuovi organigramma della criminalità organizzata o che qualcuno sia rimesso in libertà, il potere passa nelle mani di una donna, moglie o figlia di uno dei boss oggi in carcere. È l’evoluzione naturale che precede l’operazione più lunga tesa a ripristinare le regole, ristabilire il controllo dei territori e riprendere i contatti con la Ndrangheta, la Camorra, il cartello dei narcotrafficanti colombiani, sia per ambiti illegali come gli stupefacenti, ma anche per settori legali come il traffico di rifiuti. Del resto le notizie che filtrano dall’operazione di oggi confermano la fase di assestamento organizzativo che vivono i mandamenti siciliani. Per questo non vorremmo che gli arresti servissero esclusivamente a tacitare le coscienze di chi ha responsabilità dell’ordine pubblico fuori e dentro le carceri per accreditare una situazione che è tutt’altro che rassicurante. Sarebbe decisamente negativo pensare di aver sradicato completamente la mafia perché la Cupola non tarderà a rigenerarsi. Per il segretario generale del Spp già da queste ore diventa necessario predisporre misure idonee ad intensificare la vigilanza, specie nei 13 istituti del 41 bis, sia per un controllo più rigoroso che per prevenire la tensione nelle carceri.
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