Anche ad Enna Sant’Agata, patrona del popolo catanese, aveva i suoi devoti. Si hanno notizie certe dell’esistenza di una chiesa dedicata alla martire in quanto censita in una mappa catastale datata 1876. Si trovava lungo l’attuale via dedicata alla Santa, nei pressi del palazzo Grillo. All’impianto del catasto urbano venne individuata “Chiesa diroccata sotto il titolo di Sant’Agata”. Nel successivo aggiornamento della mappa tutta l’area di sedime della chiesa prese il numero particellare catastale 5907, forse perché del tutto demolita. A fine anni ‘50 i fratelli Grillo, acquistata l’area, e divenuti proprietari anche di fabbricati limitrofi, edificarono il palazzo ora esistente, destinato ad appartamenti e a locali commerciali, dove trasferirono la loro concessionaria FIAT. Adesso è sede degli uffici di “Acqua Enna” Molte furono le chiese minori, vetuste o abbandonate, compresi conventi e monasteri, che in applicazione delle leggi cosiddette ‘eversive’ del 1866-67, vennero alienate a privati cittadini o adibiti ad uso d’interesse collettivo (scuole, uffici pubblici, biblioteca, pretura, tribunale, ecc.). Altrettanto numerosi furono gli edifici ecclesiali demoliti, tra questi la sconsacrata chiesa di Santa Croce, sita anch’essa lungo la via Sant’Agata, all’altezza della piazzetta allora detta di Santa Croce, poi rinominata piazza Canonico Alessi. Motivo della demolizione, avvenuta nei primi anni ’50 del secolo scorso, l’allargamento della stessa via S. Agata. L’ area residuale fu concessa dal comune a privati per la costruzione di un edificio a tre elevazioni e negozi al piano strada. Nel raggio di cinquecento metri dalla via Sant’Agata, altre chiese furono destinate alla demolizione. Si citano: S. Eligio (detta di S. Alù), allora sita nei pressi della via omonima ricadente di fronte il Liceo Artistico di via Vittorio Emanuele, già via del Popolo; S. Onofrio sita anch’essa nei pressi della via omonima, nella cui area è stata costruita la palestra della scuola elementare “S. Onofrio”, poi rinominata “Paolo Arisio”; sant’Orsola, fino alla seconda metà dell’Ottocento sita nei pressi del Belvedere (piazza Francesco Crispi) nella cui area di risulta venne poi edificato l’Hotel Belvedere. Nelle vicinanze del Palazzo Municipale, in fondo alla via Grimaldi, vi era la chiesa della Maddalena, del tutto demolita nel secondo dopoguerra. Su quell’area è stato costruito un palazzo a più elevazioni dopo che il Comune concesse l’area a un privato cittadino. Per approfondire l’argomento si rimanda il lettore al report pubblicato sul sito web Il Campanile.it, dal titolo “Le cento chiese Perdute”. (nella foto: la targa toponomastica dove inizia la Via Sant’Agata in Enna)
Salvatore Presti