ENNA. Si è tenuta su iniziativa dell’Accademia Pergusea una dotta conferenza sul “Viaggio in Sicilia e soggiorno a Castrogiovanni del Cardinale Newman”.

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Sarà proclamato santo il cardinale Jokn Henry Newman, teologo e poeta inglese vissuto nell’Ottocento, che soggiornò a Enna nel 1833. L’annuncio è stato dato recentemente da Papa Francesco dopo l’accertamento di una guarigione miracolosa a lui attribuita per avvenuta intercessione. Era stato beatificato durante il papato di Benedetto XVI, in occasione di un suo viaggio pastorale in Inghilterra, effettuato nel 2010. La scorsa settimana è stata tenuta una dotta conferenza dall’illustre teologo Monsignor Rino La Delfa sul “Viaggio in Sicilia e soggiorno a Castrogiovanni del cardinale Newman”, nella sala parrocchiale di San Cataldo, recentemente intitolata a Mons. Gioacchino Varisano (1759 – 1840), parroco e accademico perguseo. Newman, come detto, soggiornò ad Enna, allora Castrogiovanni, per circa tre settimane a partire dai primi giorni di maggio dell’anno 1833. Arrivò a Castrogiovanni, proveniente da Leonforte, accompagnato dal servo Gennaro, in preda a febbre tifoidea. Trovò ospitalità presso la dimora della famiglia Restivo-Marchese sita in via San Giuseppe, con affaccio, a Nord, verso la chiesa di San Giovanni. Fu in quella stanza, dove per tanti giorni combatté per debellare la malattia, che “trovò la luce” della conversione dall’anglicanesimo al cattolicesimo. Si lamentava, invano, con il fedele Gennaro perché infastidito dai rintocchi delle campane della vicina chiesa, che scandivano le ore e annunciavano le liturgie del giorno. Aveva 32 anni e forse per la forte tempra e i consigli e le medicine dati da un medico, di cui si sconosce il nome, che in quella casa e in quella stanza data a lui in affitto, avvenne la sua graduale guarigione. “Al suono di quelle campane mi giravo e rigiravo nel letto; poi chiesi a Gennaro se si potessero fermare. Mi rispose con una risata…che non avrebbero dovuto infastidirmi. Da allora mi è venuto il pensiero che il mio fosse il tormento di un eretico che reagisce ad una campana santa. Il padrone di casa, don Antonino Restivo, era un uomo molto gentile. Quando apprese che mi piaceva la musica, fece venire dei musicisti a suonare per me nella stanza accanto”. È dal diario del prelato che apprendiamo tutte queste notizie, minuziosamente scritte dopo il viaggio in Sicilia, al suo rientro in Patria. “Un giorno, con l’aiuto di Gennaro riuscii a scendere le scale e mi sedetti nei pressi di una piazza. Qui la vista del cielo azzurro è tanto penetrante… Un giorno, prima del ritorno a Palermo, con l’aiuto di Gennaro fui capace di salire fino al Duomo; camminai per le navate del tempio dove si susseguono alte colonne che delimitano le tre navate”. Tra il 25 e il 27 maggio di quell’anno, Newman partì alla volta di Palermo dove si trattene diverse settimane in attesa di un vascello per rientrare nella sua Inghilterra. La definitiva conversione avvenne nel 1845 a Roma, dove fu ordinato presbitero e dove per due anni si dedicò a studi teologici. Nel 1879 Papa Leone XIII lo investì della porpora cardinalizia. A parlare del teologo e poeta inglese dell’800, nella programmata conferenza, è stato l’illustre studioso professor mons. Rino La Delfa, che, con la proiezione di slides su grande schermo, ha intrattenuto l’uditorio, coinvolgendolo, per quasi due ore. Egli ha curato, con Cosimo Scordato, la pubblicazione del volume “Malattia di Sicilia​-Viaggio di Newman in Sicilia 1833” (Città Aperta Edizioni, Troina, 2010), dove vengono riportate in inglese, e a fronte in lingua, le “Lettere e i diari” del viaggio del prelato nell’Isola tra il 7 febbraio e il 16 giugno 1833. La prefazione e la ‘Cronaca del Viaggio’ si devono ai due predetti curatori, La Delfa e Scordato, che in oltre 40 pagine mettono a fuoco “Ciò che doveva essere un viaggio di maniera attraverso la Sicilia, come ormai era divenuto consueto per molti illustri viaggiatori del ‘grand tour’, per Newmam diverrà, in quella che lui stesso chiama la sua seconda conversione, un ritorno al luogo della coscienza e ad una visione più chiara della sua ‘luce’…”. Si sono potuti ammirare, durante la conferenza, due Bibbie, poste su un leggio, di cui una con dedica autografa, donate dal Cardinale alla Famiglia Restivo prima del commiato, in riconoscenza dell’ospitalità e attenzioni ricevute. I preziosi volumi biblici sono gelosamente conservati dagli eredi della famiglia patrizia dei Restivo, presenti in sala, i germani Nietta e Ferruccio Attilio Bruno. Preliminarmente sono intervenuti: il parroco di San Cataldo, padre Rugolo per i rituali saluti; Graziella Fiorenza, presidente della sezione cultura della Pergusea, per presentare l’illustre conferenziere; Attilio Bruno per spiegare come è venuto in possesso delle due Bibbie. A margine della conferenza, Nino Gagliano ha annunciato che a cura dell’Accademia verrà collocata, a ricordo della permanenza del Cardinale ad Enna, una targa sulla parete della casa dove soggiornò, tra via San Giuseppe e via Roma, in quel tempo via Ferdinadea. (Nella foto da sinistra: Nino Gagliano, Ferruccio Attilio Bruno, la signora Bruno, padre Rugolo e di profilo il teologo mons. Rino La Delfa) Salvatore Presti

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