Domenica 21 luglio, alle ore 20, la statua della Madonna sarà traslata dall’altare maggiore nella cappella marmorea del Duomo (nella foto). È un evento a cui parteciperanno i confrati con il rettore Mimmo Valvo, il parroco Mons. Enzo Murgano, il clero, i diaconi e gli accoliti e una moltitudine di fedeli. La cerimonia sarà allietata dai canti della Corale della parrocchia. Una tradizione secolare, che è legata a quella dell’ “Apertura della Madonna” del 29 giugno, nella ricorrenza della festa degli apostoli Pietro e Paolo.
La preziosa Cappella marmorea della Madonna della Visitazione è l’ultima grande opera eseguita nel Duomo di Enna. Fu lo scultore e architetto catanese Andrea Amato, vissuto nella prima metà del XVIII secolo, ad idearla, progettarla e realizzarla. L’artista ricevette, il 13 luglio 1737, in “conto dei lavori la somma di onze trecento”. E’ stato col ricavato della vendita del feudo di Floristella che gli amministratori della Matrice, la cosiddetta “Maremma”, finanziarono i lavori di rivestimento con marmi pregiati della Cappella che custodisce la Madonna per gran parte dell’anno, chiamata appunto dei “Marmi”. Tutto ciò si apprende da fonti storiche e da documentazioni d’epoca. Cinque anni dopo, nel 1742, quando l’Amato morì ad Enna, lasciò in eredità alla Chiesa Madre tutte le somme a lui dovute, con l’obbligo di celebrare messe in suo suffragio. L’opera fu completata dal maestro catanese Domenico Bevilacqua, valente allievo e nipote dell’Amato, nell’agosto del 1753. “La profusione di marmi di vario colore, il movimento architettonico delle parti, l’armonica inserzione di sculture come i grandi putti librati fra la nicchia e le vistose colonne tortili, i grandi cartigli che si stagliano fra aggettanti e movimentate cornici tappezzandone i muri ai fianchi, conferisco alla Cappella una grande sfarzosità architettonica e scultorea, non disgiunta da una serena compostezza”. Così la descrive Antonio Ragona nella monografia “Il Duomo di Enna”, pubblicata nel 1988, e aggiunge: “Essa s’impone all’ammirazione specie sapendola germinata in un’epoca in cui s’indulgeva facilmente al superfluo e al sovraccarico”. La porticina che chiude la nicchia dove è custodita la Madonna “non è altro che un quadro dipinto da Domenico Basile e attribuito fino a qualche anno fa a Filippo Paladini”. Rappresenta la vergine che saluta Elisabetta nella cosiddetta “Visitazione”.
Il pavimento marmoreo della chiesa, completato intorno al 1781, è stata l’ultima significativa opera eseguita nel tempio della cristianità ennese. Esso “segna la continuazione dell’opera marmorea della Cappella della Madonna e s’intona mirabilmente, nella sua semplicità e scelta di colori, a tutto l’insieme architettonico dell’Edifico Sacro dedicato alla Madonna della Visitazione, patrona della città.
Salvatore Presti