Enna, I GRIMALDI E LA FONDAZIONE DELLA CITTA’ FEUDALE DI SANTA CATERINA AVVENUTA NEL 1572 di Salvatore Presti

La presenza della nobile famiglia dei Grimaldi a Enna avvenne tra il XIV e il XV secolo. Originari della Provenza, al seguito di Re Martino d’Aragona, s’insediarono nella nostra città, allora Castrogiovanni, allorquando Enrico Grimaldi, capostipite del ramo siciliano, venne infeudato barone della Bozzetta dallo stesso Re Martino che, inoltre, per i suoi  servigi di ciambellano e consigliere, lo ricompensò con le baronie di Scibillini e Pollicarini. Lo stemma dei Grimaldi rappresenta uno scudo inquartato posto tra le ali di un’aquila bicipite linguata di rosso con corona in oro; un nastro, trattenuto dagli artigli dell’aquila, porta il motto “Deo Juvante”.

I discendenti della blasonata famiglia, ancor oggi residenti in città, sono i Grimaldi baroni di Geracello. Il loro palazzo, in pieno centro storico, si trova tra Piazza Garibaldi, Via Chiaramonte e via Roma. 

Un discorso a parte merita l’altro palazzo storico dei Grimaldi, quello dei marchesi di Terresena, che si trovava tra via Falautano, via Mario Grimaldi, piazzale della Repubblica (Belvedere) che, demolito negli anni’70, fece posto ad un grosso palazzo condominiale per appartamenti, locali per uffici e negozi. Gli ultimi discendenti della famiglia che lo abitarono furono il marchese Mario Grimaldi e il barone Giovan Battista, che rivestì la carica di consigliere comunale, sindaco della città e sedette negli scranni del parlamento italiano, eletto da indipendente nelle liste del P.C.I.

Una curiosità: all’interno di quel palazzo esisteva un grande cortile dove in piena estate si ‘trasferiva’ il Cinema San Marco, l’unico allora esistente in città, per dar vita all’ “Arena”, apprezzata dagli appassionati del grande schermo.  

  Nella seconda metà del Cinquecento anche Enna, come altre città demaniali dell’isola, partecipò alla “colonizzazione contadina” assecondata dal baronato siciliano ed incoraggiata dalle autorità di governo vicereale, al fine del rilancio dell’agricoltura con un più razionale sfruttamento dei terreni. Inoltre la fondazione di nuove città feudali consentiva alle famiglie blasonate l’ingresso in Parlamento non più esclusivamente a rappresentare la propria città nel “braccio demaniale”, ma a far parte direttamente del “braccio baronale”, un gradino più elevato nella scala dei titoli nobiliari. Altro motivo della “corsa” alla fondazione delle città baronali, il fatto che quelle demaniali (Enna, Caltagirone, Calascibetta, Corleone, Naro, Agrigento.) videro tale fenomeno, inizialmente, in maniera positiva, perché dava loro la possibilità di liberarsi dai cittadini morosi o nullatenenti, il mezzo migliore per lo sfoltimento degli “elenchi dei poveri”. L’ennese barone Pietro Andrea Grimaldi, beneficiario di pubblici uffici, da poco nominato maestro del Real patrimonio, il 15 settembre 1572 chiese ed ottenne la “licentia populandi” per la fondazione di un nuovo borgo, da lui chiamato Santa Caterina d’Alessandria alla quale il barone di Pollicarini e Risicallà era molto devoto, poi trasformato in Santa Caterina Villarmosa, ossia “bel paese”. La città fu fondata in un sito non lontano da Castrogiovanni, a circa trenta chilometri verso occidente, al di là del fiume Salso. Nel 1604 un’ulteriore spinta alla “avventura colonizzatrice” dei Grimaldi la diede il figlio Giulio che, ereditando la baronia di Risicallà, riuscì ad insediare in quel nuovo borgo un buon numero di famiglie, creando la nuova Università Feudale di Santa Caterina. Pietro Andrea Grimaldi entrò così nel Parlamento del 1615 con il titolo di Barone di Santa Caterina occupando la 68esima posizione nella dignità e il 125° posto nell’assise. Nel 1625, acquisito il titolo di Principe di Santa Caterina, per concessione del re Filippo II, conquistò per sé e per il suo casato la 22esima posizione nel Regio Parlamento. 

La maggior parte delle famiglie che s’insediarono nella nuova cittadina provenivano da Enna, da Calascibetta e dalle città demaniali madonite ed anche da Caltavuturo e da Caltanissetta. Forse il primo nucleo di abitanti fu costituito da vassalli dipendenti dagli stessi Grimaldi. Nel 1624 gli abitanti erano soltanto 889 ma salirono a 1021 nel 1653. La massima espansione demografica la raggiunse nel 1951 con 10835 abitanti.

 (Nella foto: stralcio panoramico della città di Santa Caterina).

Salvatore Presti