Nel salone di lettura della Biblioteca Comunale di Piazza Vittorio Emanuele, domani sabato 14 dicembre, con inizio alle ore 10:00, si terrà il Convegno di Studi Storici sul tema “Le famiglie della nobiltà feudale”. L’evento, di grande valenza per la conoscenza delle grandi famiglie dei Barresi, dei Branciforti e dei Lanza, è organizzato dal Centro Studi Federico II di Svevia, col patrocinio del Comune di Enna e gli auspici della Casa d’Europa di Enna, del Comitato ennese della Società Dante Alighieri e dall’associazione artistico- culturale “Luce d’Arte” di Carini. Il Convegno, presentato e coordinato dalla presidente del Centro Studi Federico II, Paola Rubino, si aprirà con i saluti istituzionali del sindaco di Enna, Maurizio Di Pietro, dell’Assessore Comunale alla cultura, Francesco Colaianni, del presidente della Società Nissena di Storia Patria, Antonio Vitellaro e del presidente della Casa d’Europa, Cettina Rosso. I lavori del Convegno inizieranno con la prolusione di Gioacchino Lanza Tomasi, conte di Assoro e Duca di Palma. Seguiranno gli interventi di Salvatore La Monica, della Società di Storia Patria di Caltanissetta e dell’A.S.SI.CEM (Archivio Storico della Sicilia Centro Meridionale) che intratterrà l’uditorio su “La Sicilia dei Lanza, la scalata nei secoli del lignaggio al vertice del potere feudale”; di Luisa Chifari che parlerà di “Agata Lanza Branciforti, ‘Signora et patrona’ molto fattiva del Seicento”; di Ciro D’Arpa su “Storia del Palazzo dei Principi di Scordia: il Seicento e gli eredi di Agata Lanza”; di Silvia Keres Lo Porto su “I Barresi di Sicilia: un ponte tra corti feudali isolane e dinamiche europee”; di Piero Colletta su “Maso Barresi: un capitano alla corte di Ferrante”. A seguire – coordinati da Pietro Colletta, professore Università Kore di Enna – gli interventi di Agostina Passantino su “I Branciforti: personaggi, intrecci, misteri e altre vicende”; di Giovanni D’Urso su “La famiglia Lanza e gli Aleramici del Monferrato”; Maria Russo su “L’amaro caso della baronessa Laura Lanza Gaetani di Trabia”.
Salvatore Presti