“Auguro buon lavoro ai sindaci Antonio Licciardo,Carmelo Barbera e Carmelo Scravaglieri, eletti alla guida della SRR della provincia di Enna. Dopo le dimissioni del presidente Fabio Accardi, nei giorni scorsi, si è ricomposto il consiglio di amministrazione della Società di raccolta dei rifiuti. Il lavoro da fare è tanto, come tanti sono i problemi da affrontare con urgenza: dal personale – 58 sono i lavoratori con licenziamento già avviato dai curatori fallimentari dell’ATO -, alla manutenzione e alla gestione degli impianti. Ricordiamo che recentemente, insieme al deputato all’ARS Giampiero Trizzino e i consiglieri comunali Cinzia Amato e Davide Solfato, abbiamo presentato un esposto in cui si chiede che la magistratura avvii le indagini al fine di accertare le cause e, conseguentemente, gli eventuali responsabili sul mancato trasferimento dei mezzi, degli impianti e del relativo personale dalla società EnnaEuno Spa alla SRR”. Così il senatore del Movimento 5 Stelle Fabrizio Trentacoste, capogruppo del Movimento 5 Stelle nella Commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti.
“In questi anni, inoltre, – continua Trentacoste – ci siamo occupati svariate volte dei rischi per la salute dei cittadini derivanti dalla Discarica di Cozzo Vuturo. In primo piano le ragioni, più volte espresse, per cui non si doveva realizzare un impianto di trattamento meccanico biologico (TMB), in quell’area.
La discarica di Cozzo Vuturo nasce, sul finire degli anni ’70, in un vallone argilloso, compluvio naturale distante soli 2,5 km da Calascibetta e 3,8 km da Enna: un sito, quindi, non idoneo. In questi anni, abbiamo presentato diversi esposti alla Procura della Repubblica di Enna per denunciare l’inquinamento ambientale causato dalla cattiva gestione della discarica. Lo scorso anno, a seguito di un nostro ulteriore esposto, è stato fermato il tritovagliatore mobile, che esponeva a rischio della salute i lavoratori e disperdeva rifiuti nell’area circostante. Intanto, continuano gli sversamenti di percolato che, dopo le piogge, si riversa a valle nei torrenti Matrona e Bozzetta, affluenti del fiume Dittaino e i miasmi che pervadono l’area e le contrade limitrofe abitate da diverse famiglie”.
“Oltre ai danni per l’ambiente e per la salute dei cittadini, – va avanti il parlamentare Cinquestelle – non dobbiamo dimenticare i rischi per l’agricoltura e l’allevamento: il percolato, infatti, ha già inquinato la falda acquifera a valle della discarica. Un quadro allarmante di cui i cittadini devono essere tenuti al corrente e di cui il Cda della SRR deve tenere conto”.
Va avanti Trentacoste: “Non possiamo non parlare ancora una volta della paventata discarica che la Oikos vorrebbe realizzare nel territorio di Centuripe, alle porte di Catenanuova. Proprio in queste settimane, la ditta è stata al centro dei riflettori, dopo che le indagini della magistratura hanno portato a delle sentenze di condanna in secondo grado per aspetti ricollegabili alla corruzione nei settori dei rifiuti. La gestione privatistica dei rifiuti nella nostra regione, infatti, non ha fatto altro che arricchirsi alle spalle della salute pubblica e delle casse dei nostri comuni, avvantaggiata dalla logica dell’emergenza, dalla quale non si uscirà finche la Regione non avrà approvato definitivamente il Piano rifiuti. Per questo motivo, lancio ancora una volta un appello perché l’amministrazione regionale sciolga questo nodo prima possibile. È dovere delle Istituzioni garantire la tutela del territorio e della salute”.
“Infine, sulla discarica di Centuripe, – conclude il senatore dell’Ennese – ricordo che nei mesi scorsi ho chiesto l’intervento del Ministero dell’Ambiente, della soprintendenza dei Beni culturali e ho proposto alla regione di riportare a 5 chilometri la distanza minima delle discariche dai centri abitati. Quest’azione, consentirebbe di scongiurare una volta per tutte il rischio che iniziative maturate al di fuori del Piano regionale dei rifiuti e senza alcun accordo con le istituzioni e le comunità locali, possano devastare il nostro territorio, come in questo caso. Per quanto ci riguarda, continua la nostra battaglia ed è secco il nostro ‘NO’, senza sé e senza ma, per quella che sarebbe la più grande discarica dell’Isola, spacciata dai proponenti come ‘piattaforma integrata per la valorizzazione dei rifiuti’. Sono sotto attacco non solo la salute dei cittadini e di un intero territorio, perlopiù a vocazione agricola e dal grande valore ambientale, ma anche la storia millenaria e la cultura di quei luoghi”.