I “Viaggi” a san Filippo di Aidone del primo maggio sono ancora molto partecipati non solo dagli ennesi ma anche dai fedeli dei paesi vicini, quali Piazza Armerina e Valguarnera e molti altri centri della Sicilia centrale. La fatica del lungo cammino per raggiungere Aidone è tale che molti, specie le donne, si fermano lungo lo stradale per la stanchezza.
I pellegrinaggi nelle chiese e nei santuari sparsi in tutte le contrade dell’Isola risalgono ai primi secoli dell’avvento della passione e morte di Gesù. S’incrementarono nel medioevo per via delle reliquie che si moltiplicavano all’infinito. Così una spina della corona di Cristo o un frammento della santa croce calamitavano la venerazione di tanti credenti.
Ad Enna sin da tempi remoti si praticano i cosiddetti “Viaggi”, ovvero pellegrinaggi individuali o di comunità ecclesiali o parrocchiali.
Molti ennesi partecipano ai “Viaggi” del mese di Giugno, chiamato “Il mese della Madonna”. In questo mese ogni giorno i devoti si recano al Duomo per assistere alla messa dell’aurora delle sei del mattino e in questa occasione alcune donne raggiungono la Matrice a piedi nudi per devozione o per grazia ricevuta.
In altri luoghi, per esempio a Palermo, “acchianata” di Montepellegrino per la visita a santa Rosalia, impegna una massa di fedeli palermitani. In Sicilia altre vie sacre vengono percorse dai credenti per raggiungere santuari e luoghi di fede, come quella a noi vicina dei “Ramara” (Festa dei Rami) che parte da Troina, dalla chiesa di san Silvestro, per arrivare alla costa tirrenica attraverso i boschi dei Nebrodi. Un altro pellegrinaggio molto seguito è quello per la Madonna di Buonriposo, il cui santuario si trova a pochi chilometri da Calascibetta, che viene festeggiata la prima domenica di settembre, con un crescente numero di pellegrini sin dal mese di agosto.
Ad Enna tutti i venerdì del mese di marzo i “viaggi” al SS. Crocifisso di Papardura sono ancora una consuetudine; sempre di venerdì il pellegrinaggio al Santo Padre (San Francesco da Paola), viene ancora praticato da molti devoti. Invece i giovedì di ogni settimana numerosi fedeli si recano a venerare santa Rita presso la chiesa di sant’Agostino, ‘la santa dei casi disperati’ perché si ricorre alla sua intercessione nei momenti di gravi difficoltà. Per la santa da Cascia, presso di noi, c’è una venerazione unica tanto che, più in passato che oggi, molte donne anche adolescenti, indossano la tunica della santa che consiste in un abito nero molto dimesso con collo a bavero bianco e cintura in pelle nera, di solito per grazia ricevuta.
(Nella foto: la facciata di Santa Maria La Cava, la chiesa che ospita la cappella santuario di San Filippo)
Salvatore Presti