ANCHE IN SICILIA ABBIAMO IL “PONTE MORANDI” CROLLATO NEL 2009… MA ANCORA DA RICOSTRUIRE di Salvatore Presti

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Ore 12 del 28 aprile 2020, al suono delle sirene, a Genova la posa dell’ultima campata del nuovo ponte Morandi alla presenza di amministratori, politici, sindaco della città, ministri, sottosegretari e presidente del consiglio dei ministri, Giuseppe Conte. Discorsi, fanfara, bandiere e naturalmente l’unanime consapevolezza che “L’Italia risorge” o se preferite “L’Italia che sa rialzarsi”, come ha detto il presidente del consiglio. Sul ponte il transito veicolare e ferroviario è previsto per la fine luglio, a due anni dal crollo! Miracolo italiano si dice con enfasi, e in effetti così è. Si sono bruciate tutte le tappe. Dal progetto di Renzo Piano, architetto genovese, è stato possibile appaltare i lavori, superando tutti i lacci e lacciuoli della burocrazia e in meno di due anni dal crollo, ecco il viadotto realizzato nella sua struttura. Molti si sono chiesti. Perché un miracolo simile non si verifica per la nostra strada d’arroccamento, la cosiddetta Panoramica, o per la Nord Sud i cui lavori furono progettati trent’anni fa? E ancora, perché nella nostra Isola non si riesce a completare una grande opera? Tutti se lo chiedono ma nessuno dà una risposta. Il vice ministro ai lavori pubblici, Giancarlo Cancilleri, in una visita ricognitiva dello scorso autunno nei cantieri aperti o di imminente apertura, prospettò il completamento entro pochi mesi di tante opere in Sicilia e, in particolare, nella provincia di Enna. Vana è stata l’attesa di vedere realizzate opere pubbliche nel nostro territorio e in Sicilia neppure uno dei ponti crollati anni fa nelle arterie dell’Isola è stato ricostruito. Neanche il Ponte Morandi di Agrigento, progettato dallo stesso architetto, ha avuto miglior fortuna. È dell’ultima ora la notizia che sarà ricostruito entro il 2021. Sarà vero?

Salvatore Presti

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