Enna vive di tradizioni, l’ho già scritto più volte e più il tempo passa più forte si fa la mia convinzione. Le tradizioni religiose le conosciamo tutti, sono più esplicite, più in vista, quelle elettorali invece vanno analizzate meglio. Andiamo al dunque: in prossimità delle amministrative, come da tradizione, riemerge alla ribalta della pubblica piazza il tema dell’ex CISS, atavica fonte di sviluppo mai sfruttata (tranne dal punto di vista elettorale, ovviamente). Anche a me piacciono le tradizioni, per carità, però a vent’anni, politicamente a sinistra e progressista vorrei che il dibattito sull’ex CISS investisse ulteriori temi anche perché, con tutto il rispetto per gli attuali esponenti politici locali, dire che “il CISS è un’importante fonte di sviluppo per il territorio” o cose simili è come dire che l’acqua è bagnata. Faccio una domanda agli elettori ennesi e agli amministratori presenti, passati e futuri: qualcuno si è mai interrogato sull’impatto ambientale dell’ex CISS sul vicinissimo Lago di Pergusa? Ad esempio: qualcuno ha mai pensato che allacciare questo mastodontico immobile all’attuale rete fognaria del villaggio Pergusa vorrebbe dire trasformare definitivamente il nostro amato Lago in una fogna a cielo aperto? Il punto, forse, è che ad Enna difficilmente si immaginano soluzioni prospettiche, che guardino ad uno sviluppo sostenibile: o carne o pesce, o bianco o nero oppure, in questo caso, o un ecomostro su un lago pulito, o un edificio attivo su un lago inquinato. Ad esempio: perché non si parla di immaginare una nuova linea fognaria che corra lungo la SS 561 in direzione Piazza Armerina, in modo che gli scarichi dell’imponente struttura rimangano ad una quota maggiore rispetto al bacino del lago, senza dunque dover ricorrere al pompaggio dell’acqua che, per altro, non regge già di suo ogni qual volta piove? Il nostro Lago è già malato di suo, lo dimostrano le analisi dei campioni raccolti da Legambiente per il progetto Goletta dei Laghi qualche settimana fa: la fogna arriva al Lago, l’impianto misto di acque nere e bianche non è adeguato e va ripensato e presto o tardi ne pagheremo le conseguenze (qualche amministratore si è forse interrogato sulle salatissime sanzioni che l’Europa potrebbe condannarci a pagare?). Credo che forse, già che ci siamo, potremmo parlare dell’ex CISS in modo serio, cercando di prevenire i problemi futuri e senza limitarci alle banalità che sto leggendo in questi giorni. E, questo lo dico a scanso d’ equivoci, anche io credo fortemente che l’ex CISS possa essere una fonte di sviluppo per il nostro comune e credo anche che la convivenza della struttura con la vicina riserva è possibile e fattibile, basta solo un po’ d’ immaginazione e di coraggio che, purtroppo, credo manchino all’attuale classe politica ennese.
Marco Greco Giovani Democratici