“Il numero in crescita dei contagi ci porterà in settimana ad incontrare il ministero dell’Istruzione, per capire bene se e come è stato effettuato il monitoraggio sulle esigenze delle scuole”: lo ha detto oggi Marcello Pacifico, presidente Anief, nel corso di un’intervista rilasciata a Italia Stampa. “Purtroppo – ha ricordato il sindacalista – in Germania sono già 150 gli istituti che sono stati chiusi, dopo la ripresa delle lezioni ad inizio agosto: un Paese che, peraltro, ha tra i 1.500 e i 2.000 contagi al giorno. E in Italia stiamo ritoccando quasi quota 1.500. Quindi l’importante è capire che fine hanno fatto tutti i tavoli ulteriori previsti dal protocollo sicurezza”, al fine di poter decidere cosa fare su tanti lavoratori, ad iniziare da “quelli ‘fragili’, ma anche per poter affrontare il problema della rimodulazione degli organici, non più legati al dimensionamento, per potere andare anche a disciplinare l’eventuale ritorno alla didattica a distanza o il lavoro agile per il personale Ata. E soprattutto” l’incontro servirà “per capire quali sono state le richieste dei dirigenti scolastici, in termini di aule, spazi e organici” aggiuntivi.
Il ritorno a scuola in sicurezza è un obiettivo prioritario per il Governo, che oggi ha organizzato un vertice con il premier Giuseppe Conte, i ministri Lucia Azzolina, Roberto Speranza e Paola De Micheli. Partecipa anche il commissario per l’emergenza Covid-19 Domenico Arcuri. Nel corso della settimana, i sindacati incontreranno i vertici del dicastero dell’Istruzione. “È molto importante” realizzare questi incontri – ha detto il sindacalista autonomo Marcello Pacifico – perché tutti quanti stiamo cercando di far ripartire le scuole a settembre. Un po’ in tutto il mondo si è presa la decisione anche, a differenza del lockdown” che abbiamo vissuto, “di tenere aperte le scuole, laddove è possibile garantire la sicurezza”.
“Ma il sindacato – ha continuato il presidente Anief – ha questo compito: monitorare e capire bene, sia per gli studenti, sia per i lavoratori, cosa si può ancora fare per ridurre al minimo il rischio contagio. Tenendo sempre presente che la scuola italiana purtroppo proviene da tredici anni di tagli, di personale – più di 200 mila posti -, tagli di classi, di rapporto alunni, personale Ata e docenti. Tutto questo bisogna invertirlo. Poi aspettiamo pure che il governo ci convochi per capire bene quali risorse del Recovery Fund vuole mettere a disposizione” della scuola “e come investirle”.