ENNA – IL RISCATTO DEGLI ENNESI CON L’ELEVAZIONE A CAPOLUOGO DELLA CITTA’ DEGLI EREI di Salvatore Presti

Il 6 dicembre 1926, all’arrivo del telegramma a firma di Benito Mussolini che comunicava al podestà di Castrogiovanni l’avvenuta decisione di elevare al rango di capoluogo di provincia la città cara a Cerere e Proserpina, l’incredulità fu tanta, data la ‘concorrenza’ di altre città che aspiravano a tale nomina (leggasi Piazza Armerina e Caltagirone). Il segretario comunale di allora, cavaliere Ernesto Fontanazza, per avere conferma che non fosse una Fars News, si recò a Caltanissetta presso il Prefetto di quella provincia, di cui la nostra città allora faceva parte. Alla positiva affermazione del rappresentante del Governo divenne ufficiale l’evento ed iniziarono i festeggiamenti delle istituzioni locali e della popolazione. Grande fu la delusione dei piazzesi e dei calatini. C’è tutta una letteratura del perché di quelle esclusioni, già nota ai più, che qui non staremo a ricordare e commentare. Sono trascorsi oltre novant’anni e a qualche vegliardo tale ricordo è ancora indelebile. La Castrogiovanni anni ’20 del novecento da quel momento cambiò pelle: da cittadina rurale dedita all’agricoltura e all’artigianato locale divenne una città dove il fervore culturale, economico e sociale ebbe un’impennata. Furono costruiti nel giro di qualche anno gli edifici pubblici di rappresentanza quali la prefettura, la banca d’Italia, la camera di commercio, le due palazzine di alloggi per dipendenti statali (I.N.C.S.), la casa del fascio. Inoltre vennero sventrati interi quartieri del centro cittadino per la creazione di nuove strade; villaggi rurali sorsero a Pergusa e a Borgo Cascino. Venne bonificata l’allora insalubre zona lacustre dove tante famiglie che abitavano negli ingrottati delle pendici trovarono degna sistemazione nelle casette costruite a tempo di record nella conca pergusina. Tutte quelle opere pubbliche ristorarono la popolazione per le tante opportunità di lavoro. Molte decine di persone trovarono collocazione nei tanti uffici statali che si crearono in città. Il commercio e le attività artigianali ripresero vigore. Molti salutarono l’elevazione a capoluogo con grandi manifestazioni, vedendo in tale evento il riscatto di un popolo. 

Salvatore Presti

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