Dopo anni di attesa per la prima volta L’Assemblea Idrica Territoriale ha approvato le nuove tariffe proposte dal direttivo. Sono 18 i sindaci su 20 che si sono espressi a favore della riduzione del costo dell’acqua deliberando un atto di indirizzo volto alla rimodulazione delle tariffe con un abbassamento del costo del 2% per il primo anno a cui si aggiungerà un altro 8% circa in bolletta. Di certo è ancora poco, per adeguare le tariffe al resto del paese. Ma di sicuro è un primo segnale atteso ormai da troppo tempo.
Per il Presidente dell’Ati di Enna, Nino Cammarata “è il primo passo di un percorso lungo e tortuoso, ma oggi finalmente si cambia rotta. Dispiace prendere atto che su temi così importanti qualcuno la butti in caciara, pur di non dare il merito a questo direttivo di avere finalmente invertito il senso di marcia verso la riduzione delle tariffe ed il miglioramento dell’intero servizio a vantaggio della popolazione”.
La gestionne dell’acqua ad un soggetto privato venne conferita per una durata trentennale, il 19 novembre del 2004 con molte polemiche, non mancarono infatti la nascita di diversi Comitati formati da cittadini che si batterono aspramente contro questa scelta. Oggi a distanza di 17 anni la società civile chiede alla politica di fare un passo indietro e di essere più vicino alle difficoltà economiche che la società sta vivendo.
Negli anni non sono mancate le polemiche a partire da alcuni comuni come Barrafranca, dove l’allora Sindaco Angelo Ferrigno si schierò contro la consegna delle reti idriche alla gestione di “Acqua Enna” . A seguire anche il Sindaco Lupo a seguito della diffida della Regione Siciliana di commissariamento del Comune, chiese al Consiglio Comunale di esprimersi in tal senso, e all’unanimità il Consiglio Comunale votò per mantenere la gestione dell’acqua autonoma rispetto ai soggetti privati.
Viene da chiedersi comunque come mai ancora oggi la Regione non ha esercitato i suoi poteri sostitutivi nei confronti del Comune di Barrafranca che, pur in presenza di una granitica giurisprudenza in materia, si rifiuta di consegnare all’ATO le proprie infrastrutture idriche?
La questione andrebbe affrontata quindi sul piano giuridico e legislativo, di sicuro il diritto dell’acqua pubblica è un diritto inalienabile affermato in Italia anche da un referendum Costituzionale celebrato nel giugno del 2011 in cui i cittadini votaro a favore dell’acqua pubblica.
In questi anni il Forum siciliano dei movimenti per l’Acqua ed i Beni Comuni, si è sempre battuto per la difesa del diritto all’acqua partendo dalla L.R. 19/15 e sulla relativa sentenza della Corte Costituzionale che ha impugnato alcuni articoli mantenendo, comunque, di fatto, la legge “sull’acqua pubblica” in uno stato di mancata applicazione, che hanno portato anche a delle procedure di infrazione da parte dell’Unione Europea.
Oggi nell’ex provincia di Enna si pagano le tariffe dell’acqua più care della Sicilia e in un comprensorio tra i più poveri d’Italia, è inconcepibile che le tariffe idriche siano tra le più care d’Italia. Secondo Federconsumatori in media paghiamo circa 419 euro (dati riferiti all’anno 2015).
Al Sindaco Cammarata, va comunque il merito di avere permesso (in qualità di presidente dell’Ati) di attuare per la prima volta, un abbassamento delle tariffe che negli anni passati non si era mai visto. I problemi che l’Assemblea idrica territoriale ha davanti sono senza dubbio ancora molti. Di certo i Sindaci dei 20 comuni hanno davanti a loro una sfida epocale, fondata sulla reale possibilità di continuare ad abbassare il costo dell’acqua per assicurare ai propri concittadini un bene fondamentale accessibile a tutti.
Mario Barbarino