SCUOLA – Il precariato è tutta colpa dello Stato, lo denuncia Anief al Comitato europeo dei diritti sociali: in Italia 681mila cattedre in organico di diritto e 300mila supplenti, numeri assurdi

“Sull’abuso dei contratti a termine nella scuola c’è un’evidente colpa da parte dello Stato italiano. La prova sta nei numeri resi pubblici in queste ore dall’amministrazione scolastica sulle dotazioni organiche per i posti comuni, nazionali e regionali, del personale docente italiano: a fronte di poco più di 680 mila posti complessivi in organico di diritto, si continuano comunque a sottoscrivere tre le 200mila e le 300mila supplenze annuali, in larghissima prevalenza in deroga su sostegno e su organico di fatto. Sono numeri assurdi, uno smacco alla stessa Unione europea che dice da oltre 20 anni di eliminare la supplentite attraverso le immissioni in ruolo automatiche dei precari storici”: lo dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, annunciando la denuncia al Comitato europeo dei diritti sociali, assistita dai legali del sindacato, da parte di tutti i precari che hanno svolto almeno 36 mesi di servizio e continuano ad essere assunti e licenziati ogni estate. Il ricorso è gratuito e al momento si stanno raccogliendo le preadesioni.

I NUMERI DELL’ORGANICO DOCENTI

L’amministrazione scolastica ha annunciato, in vista del prossimo anno, che ammontano a 681.346 i posti in organico di diritto, in riferimento all’articolo 1, comma 64, della legge 13 luglio 2015, n. 107. I posti da insegnante di tutti gli ordini e gradi scolastici pubblici sono così suddivisi: 620.256 posti comuni, 50.202 di potenziamento, 2.247 di attività motoria (per le classi quinte della primaria, 8.741 per combattere la dispersione. A questi, vanno aggiunti i quasi 300 mila supplenti che ogni anno vengono convocati per sottoscrivere una supplenza annuale, in gran parte fino al 30 giugno dell’anno successivo, o fine al termine delle lezioni.

“È la prova dell’abuso dei contratti a termine – commenta ancora Marcello Pacifico – e della colpa evidente che ha lo Stato nel non volere scardinare questo sistema a danno dei docenti precari e indirettamente degli alunni che vedono cambiare ogni anno un terzo del loro corpo insegnante. Se abbiamo neanche 700 mila i posti in organico di diritto su circa un milione di cattedre, è evidente che qualcosa non va. Noi, come Anief, lo diciamo da tempo. E stavolta lo diremo a chiare lettere anche al Comitato europeo dei diritti sociali, che su questi temi ha sempre dimostrato sensibilità, in difesa dei lavoratori e del servizio pubblico che svolgono”.