Una paziente di anni, 38 anni appena compiuti, dal 2 agosto di quest’anno è completamente guarita da un tumore terminale al pancreas, inoperabile e senza speranza, diagnosticato nel maggio del 2019. Probabilmente il primo caso in Italia di tumore pancreatico «a risposta completa» grazie ad una nuova terapia sperimentale messa a punto dal professore Davide Melisi, ricercatore Airc e responsabile dell’Unità di terapie sperimentali in oncologia al policlinico di Borgo Roma a Verona.
Una scoperta importante
È lo stesso medico ad esultare e a spiegare il percorso di questa paziente. «Questa giovane donna, un vulcano di ragazza, mi si è presentata tre anni fa con una diagnosi terribile, portata in braccio da parenti – racconta Melisi – Abbiamo subito iniziato uno studio clinico su di lei con farmaci sperimentali uniti a chemioterapia (un farmaco inibitore di Tgfbeta, sviluppato grazie ai fondi per la ricerca di Airc). Laura è stata bene per circa un anno e mezzo, ma poi la malattia è ripresa. Allora abbiamo deciso di studiarla con una nuova tecnologia, la «Ngs», una tecnica di lettura del genoma del tumore, che segnala quali mutazioni sono in corso nel gene chiamato Ret». Ed ecco la notizia bomba. «Questa nuova terapia che consiste nell’assunzione di pillole senza ausilio della chemioterapia – continua il professore – in soli due mesi ha mandato in totale remissione il tumore. Ha dato risposta completa, vale a dire che è completamente guarita, le cellule tumorali sono tutte morte. È una terapia ancora sperimentale e non ancora approvata, ma sta dando grandi risultati anche in altri pazienti che stiamo trattando, soprattutto per tumori alla tiroide. Ma l’eccezionalità di questo caso è che sino ad ora non era mai stata tracciata questa mutazione Ret in un tumore al pancreas». Una notizia che porta a grandi speranze? «È davvero importante. Noi siamo tanto felici di aver identificato questo gene del tumore attraverso la ricerca, applicando l’oncologia di precisione e personalizzata con questo nuovo inibitore che ha dato nuova speranza a questa giovane paziente».