“PRIMA DI STANZIARE 21 MILIARDI DI FONDI PNRR SAREBBE STATO UTILE GARANTIRE I FONDI PER LE MENSE E PER L’EDILIZIA SCOLASTICA”
Pergusa: E’ stato senza dubbio un momento di grande confronto quello che si è nei giorni scorsi. Un Seminario a cui hanno partecipato i massimi esponenti della Flc Cgil Regionale e Nazionale delineando in maniera precisa le ansie e le preoccupazioni per le riforme che il Governo Nazionale vuole portare avanti.
Dopo avere raccoto un milione e 300 mila firme la Cgil rilancia dal centro della Sicilia una speranza per bloccare il progetto dell’autonomia differenziata. Ad aprire i lavori Marina Boscaino coord naz Comitati Noad che ha parlato del primo referendum popolare tenuto in Italia fino ad arrivare ai giorni nostri.
A seguire Monica Grilli Docente di Scuola Primaria, ha illustrato i problemi della Scuola di Oggi, dal precariato, all’emergenza salariare, alla preoccupante assenza per la metà degli edifici scolastici del certificato di collaudo statico. “Oggi abbiamo sempre meno tempo da dedicare alla didattica nonostante la gestione di casi sempre più complessi e la solitudine in cui siamo immersi nella gestione di questi casi. Ecco che allora la risposta a queste difficoltà non può essere la frammentazione dell’istruzione regionalizzata. Questa è una battaglia che dobbiamo combattere fino alla fine. Perchè se vediamo alle Provincie Autonome di Trento e Bolzano qualsiasi lotta, rivendicazione non può essere più posta a livello Nazionale perchè partiamo da bisogni diversi. Le differenze tra una regione e l’altra aumenteranno perchè la frammentazione aumenta i rischi e i pericoli del sistema scolastico. Se frammentiamo i contratti sarà sempre più difficile mettere assieme le persone sui punti fondamentali per tutelare la professione e la scuola. L’autonomia differenziata cambierà il sistema di reclutamento dall’organico ai ruoli. Anche su Mobilità e trasferimenti le regole possono essere riscritte in base alle esigenze locali. Mentre la formazione passerebbe in mano al potere politico locale”.
Ad essere presente anche Antonio Mazzeo (Docente e giornalista) autore del libro “La scuola va alla guerra”. che ha parlato “dei rischi che sta portanto l’aumento costante della presenza di Società private come “Leonardo” e alla crescente presenza delle forze armate nel mondo scolastico che incentivano la “costruzione di un immaginario di guerra”. Tende a sparire dal mondo scolastico italiano l’idea di una scuola per l’educazione alla pace” che deve restare specie in questo periodo la base su cui costruire la cultura del domani e costruire un universo simbolico diverso da quello bellicista“.
“Negli ultimi anni sono sempre più frequenti i tentativi di “revisionismo storico“, spiega Mazzeo “la Prima guerra mondiale”, viene riproposta come ‘la grande guerra’, con gli stessi valori utilizzati dal Fascismo per la creazione di una identità nazionale. Molteplici gli accordi siglati con aziende che operano nell’universo militare, compresa Leonardo Spa, tra le aziende produttrici di armi e sistemi di difesa e sicurezza più grandi al mondo, legati all’insegnamento e alla ricerca. Ricerca che spesso avviene per ambiti civili e che permette il trasferimento tecnologico di queste tecnologie in ambito militare. E’ importante che le nuove generazioni crescano con la convinzione che la guerra non è la normalità ma la patologia di questa società”.
Per Lorenzo Varaldo la scuola nazionale resta una realtà in cui ancora è possibile diffondere alcuni valori fondamentali, distanti dal profitto e dalla propaganda. Ma nella realtà le scuole di oggi sono sempre più isolate. Ridurre i finanziamenti a scuole e università porterà negli anni ad un abbassamento graduale della qualità di insegnamento. Erodere il terreno della conoscenza che emancipa porta ad uno svuotamento di quella che da sempre rappresenta la principale agenzia educativa del nostro paese. Assistiamo inermi ad uno svuotamento dei programmi su materie fondamentali come la storia. I nostri studenti arrivano alla terza media senza aver mai studiato la rivoluzione francese. Vi è sempre più spesso la presenza di società private che spezzettano l’insegnamento aumentando la burocratizzazione. Intanto sono in continuo aumento le scuole dissestate che necessitano di interventi urgenti di messa in sicurezza. La scuola italiana avrebbe bisogno di maggiori fondi per l’edilizia scolastica e meno Pnnr.
Per Lorenzo Araldo Dirigente Scolastico (Manifesto dei 500) sarebbe fondamentale che il collegio docenti potesse avere l’opportunità di votare se partecipare o meno al Pnrr . Oggi non ci sono soldi per le mense ma alcune scuole hanno incassato 400 mila euro per progetti del Pnnr. Bisogna rimettere al centro i servizi essenziali prima ancora di dotare le scuole di Cineforum, laboratori vari, ed aule immersive dobbiamo garantire delle mense di qualità. Il Segretario della Cgil Scuola della Provincia di Enna Giuseppe Miccichè parla invece del dimensionamento scolastico con accorpamenti cittadini che non fanno altro che mettere in seria difficoltà il funzionamento delle scuole. Miccihcè parla anche dell’importanza del referendum per non spaccare l’Italia e continuare a mantenere l’idea di una scuola unitaria e nazionale.
Mimmo Consentino Coord reg.le Sicilia No autonomia Diff. “La spesa per la pubblica istruzione in rapporto al pil è inferiore alla media dell’Unione Europea . In Italia è al 4,1% ovvero tra i più assi d’Europa. Mentre le spese militari coninuano a crescere di anno in anno. Con l’autonomia differenziata aumenteranno i finanziamenti per le scuola private. Attraverso la regionalizzazione della scuola. Si parla inoltre di Dirigente scolastico manager che andrà senza dubbio a distruggere un modello scolastico che dal dopoguerra ad oggi ha garantito una qualità didattica di eccellenza. La logica d’impresa quindi entrerà sempre di più all’interno delle Scuole ecco perchè proprio da Enna è stata lanciata l’idea di creare dei Comitati a tutela della scuola pubblica e per l’abolizione della autonomia differenziata.
Rosanna Moncada Segr. Generale Cgil a Caltanissetta “abbiamo raccolto 7700 firme” mentre per Alfio Mannino segretario regionale della Cgil Scuola ricorda come Pio La Torre fosse già contro la militarizzazione delle nostra isola in linea con quanto viene affermato dallart.11 della nostra Costituzione: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”.
Siamo senza acqua ma i fondi per la spesa militare coninuano ad aumentare l’autonomia differenziata porterà all’autonomia didattica mettendo in discussione il profilo cultirale del nostro paese. La scuola rappresenterà sempre meno quell’ascensore sociale che ha permesso ai figli di operai e contadini di diventare medici, avvocati, ingegneri, insegnanti. La sicilia non può essere piattaforma logistica del mediterraneo ma fulcro per la cultura della pace.
Mario Barbarino